Semifinale  di Coppa Eccellenza. Atto primo.
Le premesse non sono delle più rosee: prima semifinale della storia, rosa decimata tra assenze e infortuni, avversario temibile. C’era da pensare di scendere in campo per fare impresa, invece hanno fatto di più, i ragazzi di Marcello Meloni sono scesi in campo per dare spettacolo. 

Il modulo iniale è il 4-3-1-2 e nelle retrovie spicca subito un grande, sorprendente ritorno: Francesco “Checco” Fiore rientra per svettare in mezzo alla difesa e portare fisicità, esperienza, e compattezza al reparto; anticipando e filtrando ogni tentativo di incursione degli albesi. Ma non è l’unica sorpresa, perchè al suo fianco, sull’esterno destro, un reinventato Bellocchio incanta sulla fascia. Ma più che un ruolo riadattato per necessità sembra la scoperta di una nuova possibilità, perché per gran parte della gara si rende protagonista del match. Si prende tutto: vola fin sul fondo e tenta in porta di sinistro, si infiltra in mezzo al campo e porta palla facendo salire la squadra, ed è sempre lui a presentarsi in area per staccare di testa nel tentativo di concretizzare i piazzati di Palumbo. Insomma, se ogni tanto, nella seconda parte di gara, il retaggio da centrale si impossessa di lui, il tutto dura solo una manciata di istanti perché poi è capace di tornare in partita per viverla da protagonista.

Se Bellocchio cattura l’attenzione sulla destra, impossibile non notare che dall’altra parte del campo Sottil gioca una partita senza esclusione di colpi. Velocità, profondità, passaggi filtranti e una grinta senza eguali. Va a combattere su ogni pallone e, nelle poche occasioni in cui gli avversari si fanno pericolosi, lui rimette tutto in ordine obbligandoli a commettere fallo e procurando una numerosa serie di calci piazzati. Prima di uscire per lasciar spazio a Utieyn (anche lui in rientro dopo un infortunio) ha ancora il tempo di salvare un pallone sulla linea di porta e di confermare una prestazione di livello assoluto.

Ma l’abbiamo anticipato, la difesa era a quattro, e no, non si può non citare il Sindaco che in costruzione dal basso sa sempre quando giocare palla o quando alleggerire la pressione e spedire lungo. Mattia Dolce, è una certezza che non ha bisogno di effetti speciali, è la sicurezza di avere un muro pronto ad intervenire ad ogni occasione. E anche quando, nella seconda parte di gioco, l’Alba approfitta di qualche errore e trova spazio per ripartire, il capitano arriva in gran recupero a chiudere lo specchio agli attaccanti avversari.

In mezzo al campo,neanche a dirlo,  il trio delle meraviglie.Celestri è il play, ma fa tutto: filtra, recupera, smista palloni, costruisce azioni e sgretola le poche proposte degli ospiti. Ogni cosa la fa con la stessa intensità per tutti i 90’ più recupero e anche sul finale arriva a sventare il pericolo sul calcio di punizione battuto da Galasso. Ai suoi fianchi la tecnica allucinante, la precisione millimetrica e la potenza di Salomon che oltre a gestire gioco fa tremare gli avversari con delle bordate dalla distanza che mancano di pochissimo il gol. Della stessa pasta è Pretti, che col passare del tempo svaria in ogni parte del campo facendo suo ogni ruolo. E se fa bene come centrocampista, lo fa altrettanto quando ( con l’uscita di Brossa e l’ingresso di La Sana che si piazza come esterno nel 4-4-2)  si sposta in posizione più avanzata andando a sostegno del comparto offensivo.

Vi state davvero chiedendo cosa è mancato in questa partita?? Il gol. Ma con quello che i ragazzi hanno portato in campo è vietato fargliene una colpa. Perché Palumbo si è messo a servizio della squadra, battendo un gran numero di strepitosi piazzati e percorrendo, di corsa, migliaia di metri per recuperar palla e dare supporto dove c’era bisogno. In modo diverso, ma con lo stesso spirito, Andrei Lungu, classe 2007, al suo esordio in prima squadra, ha dimostrato di poter dire la sua con alcune giocate che hanno obbligato l’intervento dei guantoni del portiere avversario. E ancora “Super Mario” Brossa sulla trequarti pronto a dare sostegno al gioco sia in fase offensiva che difensiva.

Al 22’ della ripresa subentra anche Vincenzo “il Governatore” De Luca che non si fa mancare la sue cavalcare a tutto campo sfruttando le occasioni in ripartenza, mentre negli ultimi minuti si tenta il tutto per tutto con l’ingresso di Brunazzo per portare energie fresche alla ricerca del gol.

Niente da fare. La gara è destinata a finire 0-0, con Federico Colamartino in porta che mantiene inviolata la sua rete fino al triplice fischio. Poco disturbato nella prima metà di gara a 43’ risponde presente al tiro da fuori dell’alba avvolgendo la sfera in un caldo abbraccio.
Per una volta, però, non è il risultato che conta se si pensa alla partita che questi ragazzi ci hanno regalato. Difficile credere che una gara chiusa in clean sheet possa regalare un calcio così bello. Incredibile assistere al lavoro fatto dalla squadra sotto vigili direttive di Meloni in questi mesi. E se questo è il gioco che sappiamo proporre: i gol, i punti e le vittorie sono solo questione di dettagli che presto arriveranno!

#ForzaLascaris #Diamoilmeglio